IL
CAMPIONATO DELLA TRIESTINA STAGIONE 2005/2006
Commento sull'intero campionato
della squadra alabardata
a cura di Emanuele
Di questo campionato se ne sono
dette ormai di tutti i colori e francamente la prima cosa che verrebbe da fare è
quella di prendere una bella pietra e metterla sopra al libro dell’Unione
2005-2006. In realtà credo che il campionato appena concluso (felicemente), sia
uno di quelli da ricordare maggiormente, per le enormi contraddizioni, per i
repentini sali e scendi e, soprattutto, per qualche persona, per qualche UOMO.
Gli uomini che mi vengono in mente in questa complicatissima annata sono
ovviamente Tonellotto (il “creativo”) De Falco (l’”innamorato”),
Godeas (il “calciatore”), Agostinelli (il “salvatore”) e Fantinel (il “rifondatore”).
Partendo dalla “creatività” di Tonellotto, devo fare un mea-culpa assoluto. Io
ero uno di quelli che ci credevano e che hanno negato anche l’evidenza pur di
difendere un uomo e la situazione che aveva creato che, qualsiasi persona dotata
di buon senso, avrebbe ed ha attaccatoIo devo
ammettere che ho perso il buon senso un po’ troppo! Ero stufo di Berti che non
lasciava calare il sole senza ripetere che era stufo di Trieste, della Triestina
e dei Triestini. Ero stufo di sentire che gli bastava un’offerta semi-seria per
sbarazzarsi della squadra del mio cuore, come fosse un rifiuto radioattivo.
Sostenevo che Berti fosse il presidente che Trieste si meritava: opportunista,
per niente attaccato ai colori e decisamente attento all’Euro più che
all’Alabarda. Però Berti è stato un presidente capace di riportarci in serie B (e farci sognare per tre - quattro indimenticabili mesi nel primo anno di B) e soprattutto capace di gestire in modo molto attento e oculato una società che per anni era più vicina al Tribunale che alla testa della classifica. Berti di recente ha manifestato il suo disappunto, ancora una volta, nei confronti della città che si è smossa con i Fantinel come con lui non aveva mai fatto. Evidentemente non aveva fatto ogni cosa per meritarselo …
Tonellotto mi ha “ingannato”
dichiarando il suo amore per Trieste e per la Triestina ed io ci sono cascato,
perdendo la ragione. Non ho voluto accorgermi di quello che stava succedendo,
speravo che il solo amore dichiarato verso i nostri colori fosse garanzia di
successo. Ovviamente mi sbagliavo…
Posso solo concludere
che chi ha fatto in modo che la società venisse commissariata andrebbe adorato
per l’eternità.
Di De Falco posso dire che ho
molto apprezzato il suo attaccamento a Trieste (come se fosse una novità) e non
ho capito, invece, alcuni suoi comportamenti che, dal di fuori, possono anche
essere stati percepiti in modo sbagliato. Non ho mai capito perché abbia preso
alcune posizioni contro Tonellotto troppo tardi, quando la frittata era già
fatta. La considerazione che posso fare è che anche De Falco “tiene famiglia” e
che un buon stipendio fa comodo anche a lui come a tutti quelli che non nascono
miliardari. Al di là di qualche sua piccola assenza, non si può non
riconoscergli il ruolo decisivo che ha avuto nel momento forse più delicato
della stagione, proprio quando il tiranno era stato ucciso ed il popolo cercava
una punto di riferimento su cui riversare tutte le speranze per il futuro. E’
stato lui il focalizzatore di tutte le attenzioni e di tutte le tensioni nel
momento in cui più di qualcuno iniziava a ripensare alla sfide con il Tamai ed a
quanto dura sarebbe stata battere l’Itala San Marco…
Godeas… Godeas è stato
meritatamente il simbolo di questa Unione per un biennio abbondante, è stato il
trascinatore, il Capitano, in senso assoluto. Ripensando a Godeas penso però ad
un uomo che nel momento topico si è dimostrato semplicemente un “calciatore”.
Uno di quelli che fanno dichiarazioni d’amore incondizionato, che giurano,
promettono, illudono e che, magari, contemporaneamente, danno mandato al
procuratore di trovare altra sistemazione. E’ chiaro che le “vere verità” le
sanno in pochi ma se penso che Del Piero finirà probabilmente in Serie B con la
Juve (spero di no, non per la Juve ma per Del Piero), allora dico che il nostro
Capitano ha abbandonato la nave proprio mentre stava affondando. Ricordando che
le firme sul contratto devono essere almeno tre (società che vende, società che
compra ma soprattutto calciatore) allora penso che forse non serve che Godeas
torni a Trieste… Spero di sbagliarmi ancora una volta in questo giudizio così
negativo e spero che le “vere verità” di cui sopra siano state veramente così
tremende da non dargli altra possibilità. Su un argomento non credo ci possano
essere dubbi: Godeas NON è stato uno degli eroi di questo campionato.
Ricorderemo Lima, Di Venanzio, Gegione nostro, magari il non fenomenale Azizou
ma Godeas no, il nostro ex grande Capitano NO!
Il commento migliore non può non
andare ad Agostinelli. Arrivato quando la nave stava rompendo gli ormeggi e si
stava dirigendo a tutta forza in mezzo al mare in burrasca senza Capitano né
timone, è riuscito a prendere la situazione in mano, avendo il merito di non far
affondare la bella nave, nel frattempo divenuta zattera, e di aspettare che il
sole tornasse a splendere. Visto che non ne azzecco una da anni, posso
confessare che ero molto perplesso al suo arrivo. Sembrava l’ennesimo allenatore
incompreso che aveva collezionato più cadute che trionfi e proprio per questo
disponibile ad accettare un qualsiasi lavoro che consentisse di portare a casa
qualche euro a fine mese. Invece è riuscito a tirare fuori tutto dai volenterosi
giocatori che aveva a sua disposizione, facendo scattare in loro un senso di
appartenenza alla maglia che Trieste si meritava ma che non era così scontata.
Mi ero immaginato un girone di ritorno in cui i giocatori, più che con
l’allenatore, si sarebbero confrontati con i propri procuratori per decidere in
quale altra città avrebbero giocato il prossimo anno, abbandonando la Triestina
a quella sorte che sembrava ormai scritta. Il “salvatore”, invece, ha dato loro
motivazioni inaspettate ed è riuscito a tirare fuori fino all’ultima briciola di
energia psico-fisica, rendendo eroi i giocatori.
L’ultimo capitolo è per i
rifondatori Fantinel in quanto sono proprio loro a chiudere il libro della
stagione 2005-2006 e saranno loro a riaprire quello dei prossimi anni. Che dire
di una famiglia friulana che ha sicuramente messo dei soldi e che quasi
sicuramente metterà anche amore per la squadra di Trieste? Grazie, ecco cosa si
può dire! Alla faccia dei campanilismi e degli sfottò, mi pare di percepire che
siamo di fronte ad un gruppo di persone che fanno della serietà e della
correttezza i loro principali biglietti da visita. A noi basta questo e pure
avanza… il resto, pian pianino, dovrebbe venire di conseguenza… Benvenuti a
Trieste!
Chiudo con una considerazione
che appartiene al passato ma che non può non far male, proprio come quando vieni
a sapere, dopo anni, che una ex ti ha tradito quando stava ancora con te.
La ferita in questione si è
riaperta con Calciopoli. Ripenso all’anno in cui gridavamo in faccia all’Italia
“salutate la capolista” e ripenso a quante cose strane sono successe da un certo
momento in avanti. I rigori di Napoli adesso hanno un senso, alcuni episodi
incredibili ed inconcepibili adesso hanno un senso, la sensazione che qualcuno
non volesse la Triestina in Serie A adesso ha un senso. Quello che non ha senso
è che non stiamo parlando di un film di spionaggio ma di calcio e che abbiamo
sognato e sofferto troppo per non sperare che il calcio torni ad essere uno
sport. Spero che l’Italia, per una volta, non faccia l’Italia… e che i colpevoli
diventino colpevoli, tutti senza esclusione, senza guardare in faccia nessuno,
senza pensare ai titoli di borsa, senza pensare al “danno economico”, senza
ritenere meno interessante una Serie A priva di Juve, Milan, Fiorentina, Lazio,
Roma, ecc…
Se restano
poche squadre per il prossimo campionato di Serie A, ricordatevi che la
Triestina, senza i “sistemi occulti", se la sarebbe guadagnata sul campo la Serie
A!!!
Emanuele
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