IL
CAMPIONATO DELLA TRIESTINA STAGIONE 2009/2010
Commento finale sul campionato e la stagione della squadra alabardata
a cura di Emanuele
Dopo una stagione in cui tutto va esattamente come non deve andare e porta ad entusiasmanti sfide con Arezzo, Vis Pesaro, ecc… schivando addirittura il Portogruaro solo perché è una categoria più in alto, l’unica parola che viene in mente per sintetizzare il campionato è “Errori”.
Errori della Società, errori della Dirigenza, errori della squadra, errori degli allenatori…
Gli unici che sembrano non essersi sbagliati sono gli insopportabili gufi di cui lo stadio Rocco è clamorosamente pieno e che, ancora prima di iniziare la stagione, pronosticavano ogni possibile sorte avversa, con l’incorreggibile talento del triestino medio di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, frutto della proverbiale tendenza al pessimismo che fa parte del DNA in queste zone.
Purtroppo avevano ragione loro…
Io l’ho scritto e l’ho ribadito varie volte. Questa stagione, a mio parere, ha una causa principale che ha scatenato una reazione a catena impossibile da fermare: Godeas.
Lungi da me dal criticare il passato di un giocatore che è stato anima e cuore della Triestina in almeno un altro passaggio all’interno dei play-out.
La scelta di Godeas, che nelle intenzioni doveva portare entusiasmo, soldi nelle casse ma soprattutto gol, è stata l’inizio della fine.
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Il Presidente, sicuramente in contrasto con gli altri Dirigenti, ha fatto qualche sacrificio per portare a casa il suo figliol prodigo, il suo amore mai coronato. Questo sacrificio è stato, purtroppo, sbagliato sotto tutti i punti di vista, anche per il momento in cui è avvenuto. L’arrivo di Godeas, a livello societario ha creato probabilmente alcune fratture tra chi avrebbe la responsabilità di costruire la squadra (e che non ha mai nascosto lo scarso feeling con l’ariete) e chi alla fine caccia i soldi ed ha la possibilità di prendere ogni decisione senza essere contraddetto. Da questo punto di vista, pur capendo l’atteggiamento di De Falco, da uomo vero avrebbe dovuto dare le dimissioni. Il fatto è che, anche lui, tiene famiglia.
L’arrivo di Godeas, economicamente ha tolto risorse finanziarie da destinare ad una campagna acquisti più equilibrata e sostanziosa; ha forse indispettito qualche giocatore, reduce da una grande precedente annata, che si è visto arrivare un ultra-trentenne con uno stipendio magari abbondantemente superiore al suo. L’arrivo di Godeas, tecnicamente ha creato un equivoco irrisolvibile ed effettivamente mai risolto da ben tre allenatori che sono stati incapaci di trovare una soluzione con lui e Della Rocca in campo..
L’arrivo di Godeas, psicologicamente ha completamente messo in discussione un giocatore che non doveva essere messo in discussione: Della Rocca. Il capocannoniere dello scorso anno, piaccia o non piaccia, se è stato tenuto doveva essere titolare indiscusso e non vedersi rubare il posto da un giocatore a fine carriera, appesantito e mai decisivo, che trotterella per il campo ed è, per un lungo periodo, tra i titolari indiscussi ed indiscutibili magari grazie agli appoggi di papà Fantinel. L’arrivo di Godeas, strategicamente è stato un cambio di politica. Si diceva di puntare su giocatori in cerca di rivincite o giovani emergenti ed invece si è investito un bel po’ su un giocatore che cercava la tranquillità del giardino di casa. Questa strategia ha fatto sacrificare uno che ovviamente solo qua a Trieste è stato definito scarso: mister 22 gol Ardemagni. Era evidente che è uno che ci sa fare e non sono qua ad affermarlo col senno di poi, visto che ci sono altri commenti del sottoscritto che risalgono alla scorsa stagione, tuttora visibili
E quindi, quando inizi una stagione con una società disunita, con poche risorse residue per creare una squadra competitiva, con alcuni giocatori che si sentono penalizzati economicamente, con equivoci tecnici in una zona nevralgica del campo, con il tuo miglior giocatore demoralizzato e con un’incoerenza strategica preoccupante, ci sono poche cose da fare per sperare di non finire nei guai.
Il fatto è che purtroppo non finisce qua
Scegli un ottimo allenatore che ti chiede di andarsene ancora prima di iniziare; affidi la squadra, nel contesto bollente sopra descritto, ad un esordiente; questo esordiente si rivela troppo signore per gestire una banda di viziatelli piagnucolosi; questo esordiente viene cacciato per aver provato a far giocare la squadra in modo offensivo, come nessun altro dei suoi successori ha nemmeno mai pensato di fare; sei costretto a richiamare un giocatore che avevi cacciato: Gorgone; a novembre ti capita di prendere Somma, buono solo per i commenti alla TV; questo commentatore in ascesa tenta di rilanciare i principi del calcio amatoriale con un irresistibile 5-3-2 con tanto di libero; poi anche questo Somma va in rotta di collisione con alcuni senatori perché magari pretende di comandare lui, neanche fosse l’allenatore; ti ritrovi a marzo in cui rimangono Oronzo Canà ed Arrigoni ; non si sa perché scegli Arrigoni che, peraltro, dalla prima intervista dimostra di essere passato da queste parti solo per ammazzare il tempo visto che nessun altro gli ha proposto di visitare la Normandia in camper, come avrebbe preferito; ti ritrovi a dover assistere a degli spettacoli imbarazzanti, con delle voci di calcio-scommesse che non smettono di alimentarsi; ti ritrovi allo stadio sentendo che i giocatori hanno paura dei fischi del Rocco e che sono intimoriti dal proverbialmente cattivissimo pubblico di Trieste; arrivi a giugno e ti ritrovi ai play out dopo aver giocato in modo scandaloso la partita della vita di Frosinone; pareggi col Padova in trasferta e fai riaccendere un briciolo di speranza ai tifosi che, come sempre, quando c’è da rispondere, rispondono (anche se grazie agli immancabili prezzi agevolati) e si presentano per la partita decisiva in un numero immeritato; dopo 75 secondi dall’inizio di quella che deve essere la partita della stagione, sai già che retrocederai visto che hai preso gol e sai che in campo non ci sono degli uomini ma delle personcine piccole piccole con il viaggio per le Maldive già prenotato per la mattina successiva e con il procuratore già sotto la sede della Società per chiedere il trasferimento a categorie più consone al valore dell’assistito…
Ovviamente passata la rabbia “a caldo” ti aspetti anche che la Società, dopo aver metabolizzato la delusione, esca allo scoperto con dichiarazioni, interviste, comunicati stampa tali da alleviare le preoccupazioni per il futuro e dare la sensazione che si possono avere ancora delle flebili speranze per la B, per la C, per qualsiasi cosa…
Ovviamente anche questa volta la Società sembra non esistere.
E l’ennesimo aspetto triste è che tu devi essere anche riconoscente verso questa Società visto che, senza questi mai amati friulani, la categoria di appartenenza sarebbe potuto essere addirittura inferiore.
Ed a questo punto ti viene in mente che magari a Trieste ci sarebbe qualcuno che può evitare tutto ciò e pensi a Leoni e Tazzine di Caffè e ti chiedi se il considerarsi aziende triestine non sia dato dal solo fatto che l’ICI per le sedi sia più basso rispetto ad altre città italiane
E allora ti incazzi perché realizzi che quello che prenderà freddo, caldo, pioggia e neve sarai tu, a correre dietro ancora una volta ad una maglietta rossa con l’Alabarda sul cuore
Forza Unione, sempre con te, ovunque sarai…
Emanuele
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