IL
CAMPIONATO DELLA TRIESTINA STAGIONE 2011/2012
Commento sulle vicende societarie della società alabardata ad inizio 2012
a cura di Emanuele
Scrivere un commento nella stessa giornata in cui si è svolta la prima udienza presso il Tribunale, tenutasi allo scopo di discutere il fallimento della Triestina, è quasi inutile.
Potremmo parlare del passato, per quello che conta.
Ma le prospettive per il futuro, quali sono? E soprattutto: quanto durerà questo futuro? Fino al 31 gennaio, data di termine della proroga concessa dal giudice, fino alla fine della stagione o fino a quando ?
Nel primo commento dell’anno avevo accolto con un certo timore un altro immobiliarista al comando della Triestina. L’esperienza di Tonellotto ha lasciato dei segni indelebili in tutti noi. Sembrava che non si potesse ripetere nulla di quanto già accaduto. Mi ero illuso del fatto che Trieste avrebbe dovuto creare gli anticorpi per respingere l’attacco di certi personaggi ed invece…
Invece niente, invece siamo ancora qua, invece perfino la Presidenza di Fantinel assume dei contorni diversi.
Fantinel è stato un Presidente scarso, forse circondato da troppi avvoltoi, forse più attento alle sue attività economiche che a quelle sportive. Fantinel però non ha mai tentato di diventare il beniamino delle folle, non ha mai fatto promesse che sapeva essere irrealizzabili, non ha mai cercato di raccogliere la simpatia della gente, in modo del tutto strumentale.
Invece Aletti, possiamo dirlo, ci ha proprio preso per il culo.
Probabilmente ha capito che avevamo bisogno di essere coccolati, dopo tanti anni di musi lunghi, di silenzi e di assenze, forse è semplicemente il suo modo di fare che ha trovato terreno fertile da queste parti.
Qualsiasi cosa sia stata, i tifosi si sono innamorati di questo uomo vulcanico, estroverso e dall’entusiasmo contagioso
Lo dico da qualche anno: Trieste merita tutto questo.
Probabilmente non lo merita la maggior parte dei tifosi, quelli che prendono freddo allo stadio, nonostante tutto, quelli che supportano la squadra a prescindere da chi sia il Presidente, da quale sia il modulo tattico, da quali siano i cambi dell’allenatore.
Ma Trieste sì. La Trieste imprenditoriale che ha gestito male una cordata che poteva dare qualche frutto, magari le Istituzioni che non riescono a fare da collante tra la nostra squadra e qualcuno che abbia voglia di investire sulla squadra e sulla città.
E forse nemmeno una parte di tifosi può essere completamente esente. A distanza di qualche anno, non è possibile dimenticare che l’ultimo Presidente che rimpiangiamo è proprio quello che se n’è andato anche per colpa di qualche coro spregiativo, forse meritato, forse no.
Va preso atto che nessuno che abita da queste parti ha a cuore le sorti della squadra della città. Preso atto di questo, l’unica cosa che possiamo aspettarci è che arrivi qualcuno da fuori che abbia qualche interesse personale a legare il proprio nome ad una squadra di calcio. E non ho detto legare il proprio nome alla Triestina, ho detto legare il proprio nome ad una squadra di calcio, una qualsiasi squadra di calcio.
Così succede da 15 anni, e così continuerà a succedere. Forse il fallimento con conseguente retrocessione in Serie D, potrebbe portare un Presidente locale, bella consolazione. In caso contrario non mi pare ci siano diverse possibilità da un altro immobiliarista oppure da un imprenditore di vino e prosciutto che vengono qua a sfruttare l’Alabarda.
In questo contesto parlare di calcio è quasi inopportuno. Come giustamente ha detto Galderisi prima di affrontare il FeralpiSalò, il risultato della partita è il problema minore che ci sia in questo momento. Giocatori che dormono sui divani dei compagni di squadra, impiegati che non percepiscono gli stipendi da settembre, dirigenti storici della Società che se ne vanno, la squadra Beretti che affronta le partite grazie ai soldi di Gorgone, il settore giovanile che continua l’attività grazie alle collette dei genitori…
In mezzo a questa tempesta c’è un gruppo di uomini che cercherà, forse, di lottare per la nostra maglia. C’è un allenatore che, forse, farà di tutto per trovare ancora un obiettivo. Ci sono tifosi che, forse, prenderanno la macchina ed andranno in trasferta per stare vicini alla squadra.
Il “forse” è dato da due fattori. Il primo è il futuro e la sua durata, il secondo sarà la voglia di rimanere a Trieste di tanti giocatori che, umanamente, potrebbero trovare un’altra sistemazione e voltare pagina.
E’ molto probabile che quasi tutti se ne vogliano andare. E’ probabile che quelli bravi se ne andranno. E’ probabile che quelli anzianotti rimarranno qua, loro malgrado.
E se, in qualche modo, ci saranno i soldi per arrivare a fine stagione, probabilmente soffriremo ancora per qualche mese e sposteremo a giugno la fine di questa agonia.
La situazione oggi è la seguente: c’è una montagna di debiti. Aletti è riuscito a farsi dare una proroga fino al 31 gennaio, facendo sapere che c’è qualcuno che vuole entrare in Società.
Se entro il 31 gennaio la situazione si risolve, potremo parlare di calcio. Se le ottimistiche parole di Aletti resteranno tali, il calcio a Trieste sarà nuovamente tutto da ricostruire.
Ogni commento su questioni sportive a febbraio, sperando di poterne parlare…
Forza Unione
Emanuele
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