IL
CAMPIONATO DELL'UNIONE TRIESTINA STAGIONE 2012/2013
Commento sulla nascita della nuova società alabardata ed inizio campionato d'Eccellenza
a cura di Emanuele
Lo scorso anno, avevo concluso il primo commento stagionale con una frase sibillina, riferita ad Aletti. La frase era: “Cerca di non raggiungere un traguardo: cerca di non farci rimpiangere Fantinel.
Sembra impossibile ma la strada tracciata assomiglia un po’ troppo a quella
precedente…”.
Era evidente fin dalle prime battute che saremmo finiti male. Il Presidente e la Presidentessa si sono prima alternati e poi dileguati lasciandoci con le classiche braghe di tela. Poi consideriamo che alle vicende societarie si sono aggiunte le catastrofi calcistiche ed ecco che la frittata è stata veramente completa e decorata.
Insisto nel dire che una squadra come quella dello scorso anno, in una situazione di serenità deve vincere il campionato; in una situazione di casini esterni deve comunque salvarsi. Non può esistere che quei giocatori non siano in grado di difendere la Lega Pro, visti i livelli generali del torneo che abbiamo potuto “ammirare”.
Al tracollo è seguita un’estate di passione anche se purtroppo, anche in questo caso, era fin troppo banale prevedere il verdetto finale. Giocatori mercenari che, per norme abbastanza chiare, hanno molta più convenienza a veder precipitare la propria società nel baratro del fallimento in modo da poter aprire il paracadute del fondo di solidarietà che consentirà loro di prendere i soldi quasi per intero, seppure fra qualche anno.
Quelli che pensavano che i giocatori avrebbero risolto i loro contratti nel nome dell’amore per l’Alabarda non potevano che rimanere delusi.
Ecco che senza l’interesse di nessuno, non vi era altra possibilità che il fallimento.
Poi altra incertezza: Serie D o Eccellenza? E qui entra in scena la più autentica Trieste. Giochini politici, rimbalzi di responsabilità, istituzioni assenti, imprenditori in fumo e totale incapacità a far squadra.
Poi, da un’incertezza assoluta ad una abbondanza di cordate. Il Sindaco che sembra schiavo di equilibri di partito, nessuno che sembra voler dire una parola per non esporsi, gruppi di imprenditori che per bandiere politiche differenti, invece che unirsi, iniziano a farsi una guerra senza vincitori.
A Roma in Federazione sono frastornati in quanto è la prima volta che una città presenta due cordate rivali per l’acquisto della stessa società. Della serie: non accontentiamoci di essere ridicoli a casa nostra; facciamoci conoscere anche in giro per il mondo. Patetici!
Gira e rigira e, con una verità che non si saprà mai, finiamo in mano ad un
gruppetto di persone, alle quali dobbiamo comunque dire grazie, che con poche
finanze, poco tempo e forse poche idee, iniziano a costruire una squadra che
avrà l’ingrato compito di toglierci da questa situazione sportivamente
inaccettabile.
Trieste riscopre l’amore per la sua squadra. Fa un numero impressionante di abbonamenti e “riempie” il Rocco con una presenza calorosa.
La squadra inizia benino. Si vede che è in ritardo su tutto ma la qualità di
alcuni elementi riesce a sopperire la mancanza di identità e forse,
semplicemente, di allenamento. Le prime partite sono complicate, ad eccezione
del match con il San Luigi all’interno di una giornata di sport che risulterà
veramente indimenticabile. Le tre vittorie iniziali portano entusiasmo.
Il Monfalcone è utilissimo per far capire che l’Eccellenza, se giocata ad alto livello, non è una categoria da passeggiata sul lungomare. L’UFM dimostra grande organizzazione, grande corsa e grandi idee. Il pareggio è un buonissimo risultato, forse non completamente meritato.
La cronaca della partita di Tolmezzo sembra evidenziare un’altra importante peculiarità del torneo: è un campionato del Friuli e della Venezia Giulia; le squadre friulane sono tradizionalmente ostiche nei confronti di quelle triestine. Se poi c’è anche una squadra triestina che indossa una maglietta rossa con l’Alabarda sul petto ecco che le difficoltà aumentano.
Da sempre superare l’Isonzo ha significato, calcisticamente parlando, dover affrontare delle partite diverse. Meno tecniche, meno belle ma sicuramente più dure e “cattive”, meno spettacolari ma più intense.
I commenti del dopo partita sentenziano che la squadra, per la prima partita lontano da casa, non ha saputo cambiar pelle; ha giocato con lo stesso approccio delle partite casalinghe in cui hai il pubblico a favore, le dimensioni del campo a favore e forse pure l’arbitro a favore.
Il Tolmezzo che aveva fatto poco, prima di domenica scorsa, ha portato a casa una vittoria che sembra essere addirittura meritata
Qua sta il punto. L’Eccellenza la vinci con ottimi giocatori di Eccellenza o con giocatori di categoria superiore che si dimenticano il pedigree nobile e si calano nelle difficoltà di Tolmezzo, Torviscosa, Gradisca, Monfalcone, Corno di Rosazzo, Carlino, Lumignacco, Azzano X ecc.. Gli unici che si possono permettere di fare i fuori quota sono i tifosi. Quattromila in casa e cinquecento in trasferta non ce li hanno nemmeno molte squadre di B.
Non conosco il campionato e sono troppo poche le quattro partite viste per poter esprimere un giudizio. Penso che valga la solita regola del calcio: con i giocatori dotati di Curriculum Vitae pieni di titoli nobiliari non si vincono i campionati. Non voglio essere né ottimista né pessimista e non riesco ad essere realista. Mi è sembrato di vedere che questa Triestina, per il momento, non abbia le caratteristiche generali per poter vincere il campionato come atto dovuto, senza doversi preoccupare più del necessario. Non riesco a capire quali siano i margini di miglioramento possibili sia a livello individuale, sia a livello di squadra. Non conosco il livello dell’allenatore che, francamente, da giocatore non era particolarmente simpatico e non conosco il valore delle persone chiave della società
Mi auguro, semplicemente, che per la nostra Alabarda tutto vada come deve andare.
Forza Unione
… sembra impossibile che penso ancora a te….
Emanuele
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