Negli anni passati si era fatto notare per il grande impegno, la grande dedizione, la grande volontà ma soprattutto per la grande sfortuna.
Rivedendo quello che era stato scritto su di lui lo scorso anno, non possiamo
fare altro che confermare che i miracoli non esistono. Infortuni piccoli e grandi avevano minato il suo rendimento costringendo i tifosi a fare valutazioni approssimative ed a ritenere che il buon Giorgio fosse solamente un discreto della pelota, un comprimario, uno che gioca spesso perché sa adattarsi a tutte le varie soluzioni tattiche (anche terzino) e che, tutto sommato, il sei in pagella se lo porta sempre a casa. Quest’anno invece tutti hanno potuto cambiare opinione.
Le sue caratteristiche di faticatore sono le stesse: non è diventato più tecnico, non è diventato più elegante ma sta dando la sensazione che il suo peso in squadra sia aumentato esponenzialmente.
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Fonte: fotooktrieste.com
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Non è un caso se il suo rendimento, aggiunto a quello di Princivalli, abbia relegato in panca Allegretti, protagonista indiscusso dell’inizio di campionato, che da un certo momento in avanti, non solo per gli infortuni, ha vissuto le partite più con il piumino dei panchinari ben abbottonato addosso che con le ginocchia scoperte. Purtroppo, a dimostrazione dell’importanza di Gorgone in questa squadra, la sua stanchezza ed il suo calo sono coincisi con la crisi di aprile-maggio, decisiva per il probabile mancato raggiungimento dei segnatissimi play-off. Una delle cause del tracollo è stata proprio la scelta di Maran di far giocare sempre gli stessi.
Le società già si lamentano del fatto che le rose sono state forzatamente ridotte. Poi magari un presidente di trova ad avere a libro paga un allenatore che su 21 ne fa giocare 15 ed ecco che la frittata è servita. Se poi quei 15 giocano anche palesemente fuori ruolo, tipo Gorgone terzino destro…
Da questo punto di vista Giorgio è stato uno dei giocatori più utilizzati, uno dei punti fermi. Questo, purtroppo, è stato contemporaneamente fattore determinante dell’ascesa dell’Unione ma anche del suo crollo, proprio appena tutti stavano seriamente pensando che quest’anno non fosse il solito anno.
Fino a quando le gambe hanno funzionato a dovere la compattezza, la corsa e l’aggressività del centrocampo alabardato sono riuscite a compensare le carenze tecniche; quando le gambe hanno iniziato a cedere anche il centrocampo della squadra ultima in classifica è riuscito a non farla mai vedere né a lui, né a Princivalli.
Proprio nell’incriminata partita di Treviso, Giorgio ha dimostrato di tenere discretamente alla maglia, ha dimostrato che non vorrebbe che le cose andassero come stanno andando. E forse la sua espulsione è stata frutto della frustrazione di chi non si vuole completamente rassegnarsi ad un’altra stagione che sta prendendo una piega “normale”, proprio quando stava diventando straordinaria.
Io mi auguro che in futuro, se resterà alabardato, Gorgone torni al suo ruolo di grandissimo gregario e possa essere semplicemente spalla di qualche giocatore di maggior talento.
Ritengo infatti che il suo mestiere sia semplicemente quello di portare la croce e che non abbia le caratteristiche per mettersi a cantare, cosa che è stato costretto a provare per troppe volte quest’anno.
Grazie lo stesso vice capitano vicario!
Gorgone carattere, grinta e tenacia per il vice - capitano alabardato
Fonte: triestinacalcio.it |