Lo scorso anno avevamo pescato un fenomeno di nome Bariti e lo abbiamo lasciato in panchina per gran parte della stagione nonostante fosse evidente quanto forte fosse il ragazzino. Aver preferito i bolliti Antonelli, Testini o Miramontes ad un ragazzino emergente è stata evidentemente una scelta sbagliata, fatta da allenatori sbagliati.
Quest’anno abbiamo pescato Pinares.
Nonostante Discepoli avesse continuato la tradizione triennale degli allenatori sbagliati, lasciandolo in panchina, l’ennesimo esonero ci ha portato un allenatore, finalmente, un po’ più coraggioso che, come ho avuto modo di scrivere anche sul Tifone Rossoalabardato, sarà probabilmente una delle poche cose che si salveranno (nella nostra memoria) dalla distruzione della nostra Unione. Galderisi infatti, fortunatamente, ha messo da parte le carte d’identità ed i nomi, come se essere giovani fosse un limite ed avere un nome pesante possa essere garanzia illimitata.
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Fonte: fotooktrieste.com
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Questo diverso approccio alle cose ha portato Motta a stare dove attualmente merita di stare: in panchina. E sta dando la possibilità ad un giocatore più bravo, dinamico, cattivo, di giocare.
Chi ha letto i miei precedenti commenti sa che nella formazione tipo avrei voluto un difensore, un centrocampista ed un attaccante di una certa esperienza e otto Pinares, intesi come otto ragazzetti con tanta voglia di uscire dalla palude della Lega Pro in cui sono più le Società senza un soldo (mi ricorda qualcosa…) che quelle che hanno la capacità di fare della programmazione a medio termine.
Invece il rapporto è invertito: abbiamo otto giocatori di una certa esperienza, di una certa età, e di stimoli ormai in via di esaurimento e, quando ci va bene, abbiamo tre ragazzetti vogliosi.
Politica sbagliata.
Comunque Pinares, ripeto finché dura, è una garanzia.
Molto, ma molto meglio come trequartista centrale, discreto come trequartista destro, spaesato come trequartista sinistro.
Ha il temperamento classico di quelli che vengono dalle sue latitudini. Fortunatamente aggiunge anche un fisico da granatiere e piede sopraffino.
Il soprannome che urlo dalla curva è “Cinghialotto”. Forse rende giustizia per le caratteristiche fisico / atletiche / comportamentali. Sicuramente non è equo nel riconoscere le doti tecniche, di assoluto valore.
Ma in questa Lega Pro, puoi fare vedere delle doti tecniche (se le hai) solo se riesci essere al livello degli altri per quanto riguarda corsa, voglia e temperamento.
Questo è il motivo per cui Motta, nonostante non si dovrebbe discutere tecnicamente, sta in panchina e lui sta in campo.
Onestamente non penso dobbiamo farci particolari illusioni sulla sua permanenza a Trieste sia per le vicissitudini societarie, sia per qualche sirena da squadre attualmente più prestigiose.
Però, finché dura, riusciremo ad ammirarlo un po’, sapendo che, per come è impostata questa squadra, non sarà lui a dover assumersi più responsabilità di quelle che è giusto abbia.
Non solo per la sua permanenza, ovviamente, ma speriamo che le questioni societarie si risolvano per miracolo (o per zii d’Australia o cugini dell’India).
Se così fosse potremmo guardare ancora per qualche mese un giocatore che, se avrà voglia, calcherà altri palcoscenici in futuro…
Vai Cinghialotto!!
Il cileno Pinares giovane scoperta di questa difficile stagione alabardata
Fonte: triestinacalcio.it |