La nomina di Nicola a giocatore del mese avviene nello stesso periodo in cui viene celebrato per le sue 200 partite in rosso alabardato.
Per dire chi è Nicola Princivalli, basterebbe questo dato. Invece, cerchiamo di aggiungere altro.
Amato come pochi nelle giornate in cui è in palla; odiato come pochi nelle giornate in cui non è in palla.

Tutto e il contrario di tutto. Una cosa non dovrebbe essere messa in discussione. L’attaccamento ai colori.
Quest’anno è uno di quegli aspetti che può fare la differenza. Nel momento in cui i soldi non ci sono, gli obiettivi sono quelli minimi, il pubblico scarseggia, la Lega Pro ha un livello poco interessante, ecco che lo stimolo non può che venire dalla voglia di tenere a galla questa barchetta alla deriva.
Voglia data non solo da un contratto sottoscritto (che prima o poi scade e ti libera verso altri orizzonti) ma anche, e soprattutto, dall’orgoglio di essere un triestino che gioca nella Triestina e, da tifoso, ritenere inaccettabile che tutto finisca senza nemmeno provare a reagire .

Ed ecco che il Princivalli di quest’anno, forse per la categoria inferiore, è un giocatore determinante; un giocatore che si fa sentire con le caratteristiche di sempre (voglia, determinazione e cattiveria agonistica) ma anche con le caratteristiche che le ridotte velocità di questa povera C1 consentono di mettere in mostra.
Nicola è l’unico, con Allegretti, a riuscire a calciare un pallone in modo preciso ad una distanza superiore a 3 metri e mezzo. E’ uno che sicuramente va in difficoltà negli spazi stretti ma che ha la giusta esperienza per trovare quel metro in più sufficiente per non farsi scippare del pallone, ogni volta.
Negli anni passati è stato a lungo al centro di contestazioni, frutto di pregiudizi e di insulti a prescindere. 
Il problema di Princivalli è il fatto che essere il profeta in patria è sempre difficile.
Sembrava che quasi nessuno volesse perdonargli proprio il fatto di essere triestino, un triestino giocatore professionista, con guadagni adeguati e tenore di vita superiore alla media.
Se ti viene un francese, va meglio e allora il suo conto in banca diventa meno importante. Al triestino, invece, i bonifici a tanti zeri non si possono concedere senza che il prezzo da pagare sia doppio. E giù con i fischi al primo tocco di palla. Giù con i peggiori insulti ad ogni errore. Francamente incomprensibile… Tutto questo, ora, sembra passato.
Adesso Princi, da triestino purosangue, è in prima linea in una situazione difficile. Lui sa che assieme ai suoi compagni può garantire una piccola speranza per il futuro se e solo se arriverà la salvezza. Dalla voglia che ci sta mettendo, siamo sicuri che ci proverà fino all’ultimo secondo…
Forza mulo!

Il mulo Princivalli oltre 200 gare in maglia rossoalabardata
 Fonte: triestinacalcio.it